mercoledì 20 giugno 2018

GLI IMPERATORI ROMANI: OTTAVIANO AUGUSTO, IL PRINCEPS


Il 27 a.C. nasce ufficialmente il più esteso e potente impero della storia: l'Impero Romano. Il suo fondatore ha dato prova di grande astuzia e intelligenza, riuscendo a districarsi tra gli intrighi e le lotte politiche dell'Urbe senza aver alcuna esperienza politica ma con la sola determinazione e coraggio derivatagli sicuramente del prozio Giulio Cesare. Questo personaggio ha così assicurato alla più potente città dell'antichità la supremazia su tutto il mondo conosciuto; il suo nome è Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto.

Nacque nei pressi di Roma nel 63 a.C. col nome di Gaio Ottavio che ereditò dal padre. La madre si chiamava Azia ed era la nipote di Gaio Giulio Cesare. Quest'ultimo decise quindi di prendere sotto la propria custodia il giovane Ottaviano. Quando Cesare fu assassinato il 15 marzo del 44 a.C., Ottaviano stava aspettando il prozio per accompagnarlo in una spedizione punitiva contro i Parti. Quando fu poi aperto il testamento di Cesare si seppe che era stato adottato e nominato erede di tre quarti del suo patrimonio lo stesso Ottaviano il quale, una volta appreso ciò, si recò immediatamente a Roma. Una volta nella capitale, incontrò subito inimicizia da parte di Marco Antonio, fedele generale di Cesare che non aveva tollerato di essere stato escluso dal testamento. Nonostante questo Ottaviano capì subito che il potere di Roma era nelle mani del Senato e del popolo. Per questo egli decise immediatamente di distribuire l'ultimo quarto dell'eredità di Cesare al popolo secondo le volontà del padre adottivo. Inoltre riuscì ad attirarsi simpatie anche all'interno del Senato, a cominciare dallo stesso Cicerone che vedeva in lui il restauratore della Repubblica. Per questo egli riuscì a far nominare Marco Antonio nemico del popolo di Roma mentre questi era fuori dell'Urbe. Il generale cesariano decise dunque di porsi a capo delle legioni sotto il suo comando e di andare incontro ad Ottaviano. Questi fu inviato dal Senato contro Antonio, con il quale si scontrò a Modena nel 43 a.C. dove ne uscì vincitore a stento. In seguito a questa battaglia i due decisero di mettersi d'accordo per far fronte al nemico comune: i cesaricidi.
Per questo a Lucca essi formarono il secondo triumvirato insieme a Marco Emilio Lepido. A differenza del primo formato da Cesare, Pompeo e Crasso che era un'alleanza strettamente privata, questo triumvirato venne riconosciuto pubblicamente. La prima mossa dei triumviri fu la caccia ai cesaricidi. Gli ultimi due, Bruto e Cassio, si erano rifugiati in Grecia. Ma le legioni di Ottaviano e Marco Antonio li raggiunsero sulla piana di Filippi dove i due uccisori di Cesare avevano eretto due accampamenti fortificati e con sbocchi al mare per gli approvvigionamenti. Nonostante la posizione sfavorevole, Marco Antonio, senza l'ausilio di Ottaviano che si era gravemente ammalato, riuscì a penetrare le difese. I due cesaricidi decisero così di suicidarsi. Una volta tornati a Roma, il merito della vittoria ricadde su Marco Antonio anche se Ottaviano cercò di mitigare il risultato con un abile propaganda. Dopo la battaglia di Filippi, i tre triumviri si ritrovarono padroni assoluti del mondo e si divisero le zone d'influenza: a Lepido toccò l'Africa, ad Antonio l'Oriente e ad Ottaviano l'Occidente. Già da subito Ottaviano dovette affrontare una crisi. Infatti il grano tardava ad arrivare a Roma a causa delle azioni di pirateria ad opera di Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno e governatore della Sicilia. Dopo lunghi anni ad affrontare questo flagello senza risultati, l'amico di Ottaviano, Marco Vipsanio Agrippa, sconfisse la flotta di Sesto Pompeo lungo la costa siciliana nel 36 a.C. grazie ad una invenzione innovativa dello stesso Agrippa: l'harpax. Quest'arma era una specie di arpione che lanciato su una nave nemica si agganciava ad essa permettendo alla nave che aveva lanciato di affiancarla cosicché i soldati a bordo potevano sfruttare la loro superiore abilità nello scontro corpo a corpo. Nel frattempo Marco Antonio fu ospitato alla corte di Cleopatra VII della quale si innamorò. Cominciò anche a progettare una spedizione in Partia che però non ebbe successo. Ma a causa delle insinuazioni che Ottaviano diffondeva tra i senatori in merito alla sua relazione con la regina d'Egitto, Antonio fu costretto a tornare a Roma dove però dovette unirsi in matrimonio alla sorella di Ottaviano, Ottavia, per rafforzare il legame tra i due triumviri. Recatosi ad Atene con la nuova moglie la ripudiò dopo qualche anno per poter ritornare da Cleopatra. Quest'atto rappresentò per Ottaviano una grande opportunità per appellarsi al Senato contro Antonio. Ma astutamente egli non disse di voler muovere guerra al generale perché sarebbe stata vista come un'altra guerra civile; disse invece di voler attaccare Cleopatra, regina d'Egitto, accusata di aver corrotto Marco Antonio.
Così partì dall'Italia e arrivò nel golfo di Azio dove Antonio lo aspettava pronto alla guerra. Ma il fato non era dalla parte dei due amanti e la battaglia fu vinta da Agrippa, che era l'ammiraglio della flotta di Ottaviano, nel 31 a.C. Antonio e Cleopatra riuscirono però a scappare con una parte della flotta e con il tesoro contenuto da una nave. Rifugiatisi in Egitto, si suicidarono una volta che Ottaviano sbarcò nella terra dei Faraoni. L'erede di Cesare fece inoltre uccidere Cesarione che si pensava fosse figlio di Cleopatra e di Cesare. Tornato a Roma, relegò Lepido alla carica di Pontefice Massimo. Divenne così l'unico padrone del mondo. Ma non si dichiarò tale pubblicamente, memore del destino riservato a Cesare. Finse quindi di tenere in alta considerazione il Senato facendosi a poco a poco assegnare tutte le cariche fino a quando nel 27 a.C. per volere del Senato gli fu concesso il titolo di Augusto. Da questo momento in poi si parla di Impero Romano. Ma egli si fece esclusivamente chiamare princeps ovvero primo tra tutti. Egli si adoperò maggiormente nel rendere sicuri i territori già in possesso dell'Impero eccetto la Germania che fu oggetto di continue guerre. Innanzitutto Ottaviano stipulò un trattato di pace con i Parti facendosi restituire le insegne delle legioni di Crasso, che nel 53 a.C. aveva subito una grave sconfitta, e tutti i prigionieri romani. Questo secolo fu quindi chiamato della Pax Romana. Ma nel 9 d.C. un avvenimento scosse questa pace durevole. Tre legioni comandate da Publio Quintilio Varo furono completamente annientate in un imboscata ad opera di un generale romano di origini barbare, Arminio. Si dice che dopo che Ottaviano apprese la sconcertante notizia, cominciò a vagare di notte per le sale del palazzo urlando: "Varo, rendimi le mie legioni". Passò comunque poco tempo prima che il princeps mandasse un'azione punitiva contro i germani capeggiata da Germanico che prese il proprio nome dalla gloria acquisita in quella provincia. Comunque sia, egli non riuscì a piegare definitivamente l'orgoglio germanico e quel territorio rimase non pacificato. A Roma Ottaviano creò un nuovo corpo militare di stanza nei dintorni della città: la Guardia Pretoriana, formata da nove coorti di cinquecento soldati l'una comandate da un prefetto del pretorio. Egli promosse inoltre la costruzione di nuove opere pubbliche quali l'Ara Pacis e il Pantheon, tanto che ci fu chi disse che "trovò una città di mattoni e ne lasciò una di marmo". Ma purtroppo si ritrovò senza eredi diretti. Infatti i suoi due favoriti, figli dell'amico Agrippa e della figlia Giulia, morirono e Ottaviano fu costretto a nominare suo successore Tiberio, il figliastro della moglie Livia Drusilla, non avendo avuto da lei nessun figlio proprio. Verso gli ultimi anni d'età, si trasferì a Nola dove morì nel 14 d.C. Svetonio racconta che sul letto di morte circondato dai parenti e dagli amici intimi egli disse:"Bene, se lo spettacolo vi è piaciuto applaudite". Così se ne andò uno tra i migliori uomini della storia. Così se ne andò il primo Imperatore di Roma.                                                                                                      

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