sabato 5 maggio 2018

LE CUPOLE DEL RINASCIMENTO: BRUNELLESCHI E MICHELANGELO



Già nell'età romana la cupola era un elemento architettonico molto usato; un esempio è sicuramente il Pantheon con la sua enorme copertura anticamente rivestita d'oro. Ma è con l'affermarsi del Cristianesimo che la cupola diventa un elemento architettonico indispensabile per basiliche e cattedrali. Soprattutto, è durante il Rinascimento che la cupola come elemento architettonico raggiunge l'apice della perfezione grazie a due dei più grandi architetti e artisti di tutti i tempi: Filippo Brunelleschi e Michelangelo Buonarroti. Il primo edificò la sua cupola a Firenze, il secondo a Roma.

La cupola di Brunelleschi

La cupola di Filippo Brunelleschi è stata la prima delle due cupole ad essere realizzata. Essa fu costruita sopra l'abside della Basilica di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze. La cattedrale fu costruita su progetto di Arnolfo di Cambio ma i lavori di costruzione si interruppero per un periodo. Dopo qualche anno fu costruito il tamburo ottagonale della cupola ma nessuno riusciva a ovviare ai problemi di costruzione che l'innalzamento di quest'ultima comportava. Per questo fu indetto un concorso per assegnare la costruzione dell'opera ad un architetto. Il vincitore fu Filippo Brunelleschi che propose una soluzione innovativa eppure semplice: costruire impalcature aeree. Infatti il grande problema dell'innalzamento della cupola era la costruzione delle impalcature che venivano a trovarsi ad una posizione troppo elevata per reggere gli operai: il risultato sarebbe stato il crollo delle strutture. La soluzione di Brunelleschi prevedeva la costruzione delle impalcature contemporaneamente all'innalzamento della cupola facendo si che le strutture lignee si auto-sostenessero. Inoltre la struttura della cupola andava alleggerita sempre a causa dell'elevata altezza: per ovviare a questo problema l'architetto costruì due calotte (una interna, l'altra esterna) separate tra di loro da un intercapedine attraversato da una rampa di scale che permette di accedere alla lanterna. Contemporaneamente fece si che lo spessore della calotta esterna diminuisse all'aumentare dell'altezza così da alleggerire ulteriormente la cupola. Brunelleschi si mise subito all'opera in prima persona controllando passo passo il lavoro degli operai e passando giornate intere nel cantiere. Quel che venne fuori fu una delle maggiori meraviglie architettoniche del mondo. La cupola poggia su di un tamburo ottagonale che presenta un obolo (apertura di forma circolare) per ogni lato e che è stato costruito con marmi bicromi: il marmo bianco di Carrara e il marmo verde di Prato. Dal tamburo si innalzano otto spicchi separati tra di loro da otto costoloni che accentuano la propria inclinazione man mano che si sale fino ad incontrarsi nella lanterna. La genialità di Brunelleschi sta anche nell'accostamento del bianco dei costoloni con il rosso delle tegole che ricoprono gli spicchi della cupola. I costoloni sembrano così trattenere l'espansione della cupola che sembra quasi bloccarsi solo in corrispondenza della lanterna anch'essa bianca. La calotta interna è stata successivamente dipinta da Giorgio Vasari e da Federico Zuccari.

La cupola di Michelangelo
La cupola di Michelangelo Buonarroti fu costruita come copertura dell'abside della Basilica di San Pietro a Roma. La chiesa fu interessata da continui cambiamenti progettuali di cui gli unici resti concreti erano quattro pilastri costruiti secondo il progetto di Bramante che scelse di realizzare l'edificio a pianta greca. Quando fu chiesto a Michelangelo di occuparsi del progetto della Basilica, il cantiere era sotto la direzione di Antonio da Sangallo. Così, all'età di 71 anni, Buonarroti prese le redini del cantiere e propose un progetto che riprendeva per certi aspetti quello di Bramante. Michelangelo riprese la pianta a croce greca sfruttando i quattro contrafforti già costruiti e aggiungendone altri come sostegno per il pezzo forte del progetto: una magnifica cupola. Egli prese come modello la recente cupola di Brunelleschi a Firenze. Lo si può vedere nella bipartizione della struttura in due cupole separate: quella esterna sorretta da una cupola interna che ha un'importante funzione portante. Ma Michelangelo apportò anche delle modifiche al progetto brunelleschiano. Il tamburo è infatti circolare e scandito da una serie di colonnine binate che creano con la superficie liscia del resto della struttura un particolare effetto di chiaroscuro. Il tamburo acquista così monumentalità sia per le colonne sia per l'effetto visivo. In corrispondenza delle colonnine binate si innalzano i costoloni, questa volta dodici,
come gli spicchi della cupola. Questi si intersecano alla base della lanterna realizzata dopo la morte di Michelangelo. Il colore della copertura della cupola è di un azzurro chiaro che sembra confondersi col cielo. Tutta la struttura per la sua maestosità e allo stesso tempo leggerezza riprende lo stesso effetto illusionistico di espansione della cupola fiorentina. La cupola interna è completamente ricoperta da decorazioni musive.

Le due cupole rappresentano due capisaldi dell'architettura di tutti i tempi perché si allontanano dal modello romano del Pantheon introducendo una nuova forma ogivale. Esse sono inoltre due simboli di potere: la cupola di Firenze è metafora del potere e della ricchezza dei Medici, la cupola di Roma è invece il simbolo del papato e di tutta la Cristianità.